Pubblicato in: 2016, Creatività su Carta

One day maybe we’ll meet again…everyone

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Sono certa che un giorno o l’altro ci riincontreremo.
Come dicono i Thirty Seconds To Mars “We’ll meet again..” ma è sempre meglio scriverlo in italiano che c’è gente che (*tossisce*) non conosce l’inglese.
Anche se per me in inglese le frasi fanno più effetto soprattutto se originali,quando hai a che fare con chi non lo capisce sei costretta a tradurre anche la parola “Hello”.
Adesso capisco pechè da un pò di tempo a questa parte ho perso la mia abitudine di usare parolaccie o simpatiche espressioni che si trovano solo in inglese (come OMFG!, Anyway,fucking bitch ecc…).
Tutta colpa dell’aver avuto a che fare per troppo tempo con una persona che non capisce un emerito cazzo di inglese.
Che se gli dicevo “Hey,baby” già lo mettevo in difficoltà.
Ok,sto diventando cattiva e acida,infondo di Francesco (eh si,è lui) non mi frega più granchè.
Solo che…comunque penso che…One day maybe we’ll meet again…

Oltre a questa cavolata sto pensando a molte altre cose ultimamente.
Come al mio stato di salute psichico,i miei progetti e il mio futuro.
Perchè per quanto Francesco ne volesse,al futuro un pò bisogna pensare altrimenti che vita fai?
Ed io che ho messo da parte me stessa per stare a sentire le sue convinzioni per tutto questo tempo.
Imbecilla.
Adesso sto piano piano tornando ad essere me stessa.
Quella piccola rockettara ribelle egocentrica è cambiata;
Si è evoluta in piccola topetta romanticona e vecchia dentro,
ed ora si sta evolvendo in una donna.
Ancora non sappiamo come sarà questa donna,ma sento che sarà molto cazzuta,tendente all’incazzarsi con tutti e sprezzare acidità da tutti i pori almeno per qualche anno buono.
Almeno finchè non trovo qualcun’altro che mi scioglie il cuore.
Per ora Alex Turner non basta a rendermi dolce come un agnellino,ma solo ad alimentare la mia malizia.
Questo blog sta proprio vivendo con me,la mia crescita,i miei cambiamenti,le mie sofferenze….tutto incluso nel pacchetto A Place For My Head.
Sono contenta di essere ritornata ad essere la stronza egoista che sono sempre stata,ed ora che lo sono con un pò di esperienza in più sarò ancora più stronza e cazzuta di prima.

Di progetti futuri ancora ne ho troppi irrealizzabili,la solita confusione.
Ma sento che forse la psicoterapia potrà aiutarmi a fare pulizie,a capire cosa mi sta davvero a cuore e ovviamente a trovare il modo di iniziare a…vivere.
Nella lista,i più papabili al momento,sono; (in ordine di importanza)
Tornare a studiare,a scuola
Scrivere,qualsiasi cosa sia decente e butti fuori lo schifo che ho nel cervello in qualche forma
Leggere tutti i libri di questo mondo
Capire cosa voglio fare in questa fottuta vita
Imparare a rapportarmi con i miei coetanei,con gli esseri umani.
Mi sono resa recentemente conto che oltre ad essere affetta dalla terribile malattia degli avverbi (che me ne fa scrivere dieci in ogni frase) sono anche decentemente capace nel rapportarmi con gli adulti.
Forse perchè ho tutti fratelli grandi e quindi mi sono allenata di più a rapportarmi con adulti in vita mia,forse perchè ho un anima da vecchietta anche io,non so.
Fatto sta che devo colmare la mia lacuna e imparare ad avere a che fare con i miei simili.
Ci riuscirò,a costo di diventare un personaggio enigmatico e contraddittorio,riuscirò a suscitare la simpatia di sti figli….scusate,lo so,lo so x’D
Tornerò anche a studiare,fanculo mio padre che dice che ormai in quest’epoca è meglio imparare un mestiere. Non mi fotte un cazzo del ferro,della cucina e stronzate varie.
Voglio studiare,prendere il fottuto diploma e poi partire da quel punto per un trovare un  futuro.
Nel frattempo,in questi quattro anni dovrò capire cosa voglio fare nella mia vita e spero che mi basti questo tempo per chiarirmi ste cazzo di idee.
Altrimenti farò quello che mi capita a tiro e fanculo tutto,ancora.
Voglio fare la scrittrice? Non so se ne sono capace. So di aver qualcosa,anzi,molto da raccontare ma devo decidere se vale la pena raccontarlo.
Voglio fare…boh,l’insegnante? Non credo proprio!
Voglio fare la chitarrista? La cantante? Embè,questo rimane sempre uno dei progetti più ambiziosi e fighi della mia vita.
Insomma se riuscissi ad impegnarmici e a venirne a capo,sarei realizzata e diventerei la Tappa più felice al mondo.
Maledizione a lui e a questo stramaledettissimo soprannome! Mi è rimasto attaccato!
Ma anche la scrittura è in alto tra i miei progetti.
Potrei starci anni e millenni a riflettere su sta cosa,sprecarci pagine e pagine intere di diari,ma tanto vale prendere una decisione e farla finita con sti dubbi.

Comunque vada voglio fare qualcosa che lasci il segno in questo mondo.
Pensare di morire senza che nessuno si ricordi di me mi fa venire la pelle d’oca.
Perfino Franky è riuscito a fare qualcosa per cui essere ricordato nella sua breve vita,e per sempre lo ricorderò almeno in questo come modello da seguire.
Anche se dovrò farmi ricordare da una sola persona,dovrò aver fatto qualcosa di buono in questa vita prima di poter morire.

Fra,saresti stato orgoglioso di me?
Mi avresti ricordato se fossi morta prima io che te?

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Un giorno di riincontreremo.
Io,te,Francesco.
E vedremo chi ha fatto del suo meglio.

Autore:

Blogger e studentessa. Iper appassionata di millemila cose. Donna dall'umore super instabile. 🧠Attivista per la salute mentale 💪Femminista intersezionale 🎨INTJ

5 pensieri riguardo “One day maybe we’ll meet again…everyone

  1. Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita. No, non è mai finita per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.

    Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola. Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare.
    Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai. E sei tu che lo fai durare.

    Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s’infiltri nella tua vita. Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
    Sei stanca: c’è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
    Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: “Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così”. E il cielo si abbassa di un altro palmo.

    Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque. In quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
    Comunque sia andata, ora sei qui e so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
    Ed è stata crisi, e hai pianto.

    Dio quanto piangete!
    Avete una sorgente d’acqua nello stomaco.
    Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
    Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance?

    E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze!
    Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore. “Perché faccio così? Com’è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?”
    Se lo sono chiesto tutte. E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile.

    Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
    E’ da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
    Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
    Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa. E’ un’avventura, ricostruire se stesse.
    La più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

    Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono capire e vedere: “Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse”.

    Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
    Per chi la incontra e per se stessa.
    È la primavera a novembre.
    Quando meno te l’aspetti…

    Alcatraz. Jack Folla un DJ nel braccio della morte
    ______________________________________________

    Scusa la lunghezza, ma era un peccato tagliarlo… forse già lo conoscerai, ma te lo dedico lo stesso, da donna a donna!

    Buona Luna Nuova, Anima!

  2. Simpaticissimo il tuo articolo! 🙂 E da fan dei Thirty Seconds to Mars, non posso che citarti “Time is coming, that I know, time is running, got to gooo…”, come sprone a trovare la tua strada!

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