Pubblicato in: 2017, Creatività su Carta, Miscellanea

Ode agli psicofarmaci

L’altro giorno sono andata dal nanetto (il mio psichiatra).
Chissà che direbbe il dottore se sapesse che lo chiamo nanetto.
Io lo faccio affettuosamente -sia chiaro!- non lo insulto mica.
Anzi,sono molto contenta che sia alto quanto me,questo mi fa sentire più a mio agio e mi fa provare più empatia nei suoi confronti.
Che poi non sono io che dovrei provare empatia nei suoi confronti ma al massimo lui nei miei.
Credo che il nanetto sia abbastanza empatico nei miei confronti,nonostante la mia antisocialità.

Mi ha dato delle nuove medicine da aggiungere al cocktail di psicofarmaci che prendo ogni giorno.
Stabilizzatori dell’umore.
Fighissimi questi medicinali,per me sono la nuova frontiera degli psicofarmaci.
Poi cosa mi manca? Boh,credo che dopo aver provato questi gli ho provati tutti.
Antidepressivi. Ansiolitici. Antipsicotici.
E adesso stabilizzatori dell’umore.
Forse ce ne saranno altre trecento categorie di psicofarmaci,ma io mi accontento di quelle principali.
E dopo gli stabilizzatori dell’umore me li sono fatta tutti.

Uso gli psicofarmaci allo stesso modo nel quale una donna libertina usa gli uomini.
Quelli che non mi danno risultati li butto nella spazzatura.
Quelli che mi soddisfano non vedo l’ora di rivederli.
Ho questo strano amore verso gli ansiolitici che credo proprio siano la mia ancora di salvezza.
Il livello della mia ansia è crescente,e senza di essi starei sempre a tremolare e con il cuore che sobbalza nel petto.
Non dormirei,starei con gli occhi spalancati a guardare il soffitto tutte le notti come facevo prima.
Adesso invece,grazie agli ansiolitici,un pò dormo.
Sia ringraziato colui che gli ha inventati!

Con gli antidepressivi ho un rapporto d’odio totale.
Sono inutili come un uomo impotente. Almeno nei miei confronti,gli antidepressivi,sono impotenti.
Non possono far niente per soddisfarmi,la mia depressione è troppo cronica e stabilizzata nella mia mente come una sanguisuga che mi succhia via la sanità mentale per farsi spazzar via dalla vortioxetina.

Non parliamo degli antipsicotici.
Con loro ho tentato il suicidio.
Da quel giorno gli ho cancellati dalla lista delle medicine che potevo prendere.
Preferirei morire che tornare a prendere antipsicotici.
Ci sono uomini a cui non bisogna avvicinarsi per il proprio bene.

Sugli stabilizzatori dell’umore ho ottime prospettive.
Ne ho sentito parlare bene,i loro effetti sono potenti su chi ha una psiche a brandelli come la mia.
Vedremo. Ancora non ho abbastanza elementi per giudicarli personalmente.
Perchè finisce sempre che su di me,le medicine che sugli altri hanno effetti da tempesta tropicale,non fanno niente.

Il nanetto occhialuto mi ha raccomandato su queste nuove medicine.
Ha detto che se rimanessi incinta potrebbero causare gravi danni al feto.
Sul foglietto delle indicazioni infatti ho letto cose innominabili e abominevoli.
Io però ho risposto al dottore tranquillizzandolo del tutto, «Io non sono una donna in età fertile».
Lui ha sorriso,ha inteso cosa volevo dire.
Mi considero una mezza femmina,mai completamente donna.
Sicuramente non sono in menopausa,dovrei essere in età fertile credo ma…ma non lo sono.
È questo il punto.
Se queste medicine devono fare male a qualcuno possono nuocere solo a me stessa.
Non c’è ne ci sarà mai nessun altro dentro di me.

Autore:

Blogger e studentessa. Iper appassionata di millemila cose. Donna dall'umore super instabile. 🧠Attivista per la salute mentale 💪Femminista intersezionale 🎨INTJ

47 pensieri riguardo “Ode agli psicofarmaci

      1. Se posso dirti la mia, potresti provare prima solo la psicoterapia perchè magari puoi uscirne da sola dalla tua situazione. Se usi contemporaneamente le medicine non puoi sapere se il tuo miglioramento dell’umore è merito tuo o degli psicofarmaci. Quanti anni hai?

      2. 19 anni. Purtroppo tutto questo non l’ho scelto io,è una cura a cui vengo sottoposta da quando ho tentato il suicidio. Non posso mancare alle sedute con la psicologa ne a quelle con lo psichiatra

      3. Ho capito tesoro. Io non conosco nel dettaglio la tua situazione, ma ti assicuro che molte persone attraversano periodi molto bui nei quali possono pensare anche di suicidarsi, io stesso ho avuto una crisi molto brutta durante la mia adolescenza. Non credo che sia semplice, per niente, ma è possibile andare avanti e vedere qualche aspetto positivo nella vita. Sicuramente, però, conta molta forza di volontà, pazienza e tempo. Cerca la causa del tuo disagio dentro di te e prendi in mano la tua vita! Se vuoi ti consiglio alcuni canali che io seguo su youtube e che mi aiutano a smaltire le tensioni quotidiane. Quando vuoi sai dove trovarmi.

      1. Nel senso che non vorrei essere donna. Odio tutti i problemi che questa cosa mi da. Odio il ciclo e la prima volta che l’ho avuto sono rimasta sotto schock e non ho parlato per una settimana. Nonostante mi dicano sempre che sono cose normali “da donne” io continuo a ritenere tutte quelle cose della mia parte femminile completamente innaturali. Non è che vorrei essere maschio,questo no. Solo non vorrei essere donna. Preferirei essere una lumaca, almeno loro sono asessuate xD

      2. Capisco..in un certo senso. Anch’io vivo malissimo il ciclo. Lo trovo totalmente inutile e innaturale, non so come dire..
        Pensi possa avere un collegamento inconscio al voler rinnegare la vita adulta?

  1. Mai dire mai nella vita, se adesso riescono a farti star bene ok, ma che non diventino un’abitudine….sono sempre medicine e tu ce la farai da sola! 😉

  2. Della simpatia di chi ha scritto i foglietti illustrativi degli antidepressivi, ne possiamo parlare? “Non si sa di preciso quando iniziano a fare effetto, per alcune persone può bastare una settimana, per altri mesi. Di solito gli antidepressivi fanno stare peggio, prima di dare risultati positivi”, della serie ” se riesci a non ammazzarti con la prima confezione, forse e dico forse, puoi incominciare a stare vagamente bene con la seconda, terza e così….” mi sembra che spesso si tenda ad abusare di questi farmaci, molti medici anzichè scavare nelle menti e “perdere tempo” in sedute che richiedono impegno e risultati individuali, ti annientano con le compresse, sperando che quello stato di catalessi catatonica eviti che una persona possa provare emozioni negative (peccato che pure quelle positive non se la passano bene).
    Non giudico ovviamente nessuno, non ne ho nè la competenza nè l’intenzione, ma la via psicologica non dovrebbe essere un compromesso, ma una parte integrante del percorso di cura.

    1. Guarda io la penso come te.
      Leggo sul foglietto degli antidepressivi “Se fanno peggiorare la tua depressione e pensieri suicidi rivolgiti al tuo medico” e penso “Come? Mi faranno essere più depressa, potrebbe davvero accadere? Ma allora che antidepressivi sono?”. Su di me avranno avuto effetto per un paio di settimane guarda,quando stavo in ospedale (un ambiente protetto e tranquillo) ma poi è finito tutto. Se fosse per me smetterei anche di prenderli tanto non mi cambiano niente. Gli ansiolitici invece,ripeto, che mi salvano la vita. È impossibile pensare di vivere con il batticuore e il tremore continuo che mi causava la mia ansia. Non vorrei diventarne dipendente, ma almeno adesso posso vivere, quella di prima era una terribile agonia.
      Anche per quanto riguarda la via psicologica ti do ragione. Il mio problema è che ho una psicologa incompetente che non sa ascoltarmi ne perdere tempo nell’indagare nei miei problemi. Confido che col tempo le cose miglioreranno e potrò contare sulle mie forze anziché sulle medicine!

      1. Senza dubbio hai già una grande consapevolezza, per ora le medicine servono per farti superare il periodo più difficile, ma poi potrai contare su te stessa, a piccoli passi, riuscirai a riprenderti la tua vita e viverla come vuoi e non come ti viene imposto dai farmaci….credimi sei sulla via giusta 😉

      1. Che sono utili nelle fasi acute ma poi occorre lavorare di sentimenti ed emozioni per ricostruire le parti lese. Ognuno però deve fare come sente…..😊😊😊😊

      2. Senta,secondo lei quanto tempo deve passare perche una psicoterapia inizi a dar i suoi frutti?
        E poi,è possibile che la psicologa che mi segue non sia giusta per me,o sono io il problema? Io e la mia psicologa non andiamo molto d’accordo

      3. Intanto dammi del tu 😁poi il tempo è da considerarsi in funzione al problema. Generalmente dopo tre/quattro sedute si dovrebbe sentire un barlume di sollievo. Trovare uno psicologo adatto può richiedere del tempo. È fondamentale si instauri un rapporto di piacevole condivisione che si chiama transfert. Se ciò non accade significa che la psicologa non è adatta alla tua sfera emotiva. Come in tutti i settori oggi, c’è chi lavora per denaro e chi per passione. Dunque il consiglio che sento di darti è di cercare un’altra psicologa. A lei spetta aiutarti a star meglio e se ciò non accade aimè qualcosa non sta proprio funzionando.😥

      4. Ci vado da tre mesi,e non faccio altro che chiamarla stronza, penso proprio che qualcosa non vada.
        Quando sono stata in ospedale mi sentivo davvero meglio a parlare con la psicologa che mi ha seguito li,poi sono caduta nell’abisso di sta infame.
        Il problema è che non so se me la faranno cambiare perché io sono in un centro pubblico,lei già aveva una lista d’attesa di due anni!!!! Mi ha fatto un posticino tra i suoi pazienti proprio perche avevo tentato il suicidio e dovevano tenermi sotto cura per forza. Quando tornerà dalle ferie (non la vedo da quasi un mese per ste stupide ferie) cercherò di parlarle di sta cosa, so curiosa di vedere cosa mi risponderà.

  3. Tutti bravi a dire ” potete farcela senza medicine “, vorrei vedervi in crisi di panico, con la sensazione di impazzire, senza riuscire ad uscire di casa. Se non ci si passa non si può capire.
    Chi ha il diabete prende l’insulina, chi ha problemi di questo tipo deve prendere psicofarmaci.
    Siamo nel 2017 e ancora si filosofeggiamo su questioni come queste.
    Io ho uno psichiatra bravissimo, che mi segue sin da ragazzina, la psicoterapia l’ho abbandonata dopo 2 anni e se c’è una cosa inutile in questo percorso è proprio lo/a psicologo/a. Quando stai male veramente non sono con te. Io non ho trovato nessun sollievo, mentre le medicine mi salvano letteralmente la vita.

      1. Ciao vali, io non conosco la tua situazione, né sono un esperto di salute mentale, però voglio esprimere lo stesso la mia opinione. Secondo me ci sono alcune frasi fatte che sono un po’ da smitizzare. Esempio: farcela da soli. Uno che ha delle sensazioni che percepisce come indipendenti da un contesto che le giustifichi o da una ragione “logica” difficilmente può capire da sé l’origine del problema. Serve un buon interlocutore che facendoti le domande giuste ti insegni a fare a te stessa le domande giuste. Il secondo mito secondo me è quello dell’opposizione malattia-sanità. Le persone sono così complesse che non esiste un’opposizione netta, ognuno è unico nelle vie in cui il temperamento personale e le soluzioni emotive reagite a un problema di vita si combinano. Quindi forse potrebbe aiutare pensare non solo a guarire ma in primo luogo a come gestire i propri problemi, la propria complessità. A parte i facili consigli (talk is cheap) grazie per aver scritto questa ode, mi ha insegnato un po’ di cose 🙂

      2. Sono d’accordissimo con te.
        A mia madre quando mi diceva che potevo farcela da sola rispondevo “Secondo te da sola smetterò di avere allucinazioni? Di confondere la realtà con la mia fantasia?” e tutt’ora penso ciò,senza l’aiuto di medici io non avrei mai potuto uscire da quel pantano.
        E poi,si,la malattia è una parte di me che sto accettando, non è facile perché il mondo vede male chi ha un disturbo psichico ma io sono questa,sono fatta così,e voglio avere tutte le possibilità che hanno gli altri.
        In questo momento sto proprio cercando di capire come gestire la mia complessità, cosa che non avevo mai fatto,prima reprimevo tutto facendo finta di niente ma non ha senso.
        Sono felice se ti ho insegnato qualcosa dal basso della mia posizione di post-adolescente sociopatica 😀
        Ripassa a trovarmi!

  4. Sono (grazie per esserti iscritta al mio blog/libro) i dettagli che leggo da questo tuo articolo caratteristiche parziali, di parte, in somma.
    Hanno -perdona la schiettezza- particolari attitudini con una psiche fortemente egoista.
    Non nuoci solo a te stessa ma a chi ti sta intorno forse anche di più.
    Guarisci a basta!

    1. Si,è vero,sono essenzialmente egoista.
      Ma non ho deciso io di venire al mondo,perciò ho sempre avuto questo egoismo di fondo. Nessuno ha mai pensato a me e alla mia vita prima che venissi al mondo, quando tutto si poteva ancora decidere, e allora io non penso che a me stessa. A partire dalla mia nascita,frutto di una scelta avventata,poco ragionata per essere importante quanto è,e poi sempre…sempre…nessuno si è mai fregato di me. Se vivi in un ambiente di egoisti è difficile non diventarlo, lo si fa per difendersi dall’egoismo altrui.
      Detto ciò, guarirò, soli trovo la giusta motivazione che mi spinga a farlo per me stessa.

      1. E’ un primo (sensato) passo quello che leggo nelle tue ultime parole scritte ora…
        L’egoismo non è un male se viene compreso (studiato, contemplato… potremmo dire) per quello che è, serve; esso -semplificando- rafforza l’indissolubile e correlato spirito di umanità che ci differenzia (attraverso il ragionamento) dall’animale.
        L’umanità è socializzazione (il rock come hai scritto e prima il movimento giovanile hippie e prima ancora il beat e prima… ancora… sono “socializzazione”…) una largo spirito che affronta la vita come un dono anche se il messaggio è stato leggermente “calibrato” dalla teologia…
        Slegati dal passato e salda il tuo spirito dentro di te guardando il presente. (Jihad in arabo).

  5. Il nostro corpo è’ pur composto di chimica….
    Qualche ritocco coi farmaci per stabilizzare , e poi via con le sedute come hanno già commentato altri
    Ma tu, ti piaci?

    A me , molto , da come scrivi e da cosa racconti….

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