Pubblicato in: 2018, Racconti

La mia prima flebo

No,non è una nuova rubrica dove racconto le mie prime volte di varie esperienze.
Non c’è altra prima volta che posso raccontare oltre a questa.

È stato oggi.
Ma poteva esser stato anche il mese scorso,non cambia molto.
Ho fatto un altro passo verso la fine,tutto qua.
Dopo mi aspetta solo Psicologia Clinica.
Credo. Forse.
E un altro ricovero,giusto?
Quello non può mancare mai,è il top per i malati di mente.

La prima cosa che ho fatto è stato togliere gli occhiali.
Gli ho tolti molto prima di arrivare al centro,già in casa quando mia madre me li aveva posati sul comodino ho detto «No» ma lei se li è comunque messi nella borsa.
No. Oggi non volevo vedere niente.
Ma comunque ho sentito,perchè i miei sensi negli anni passati con la vista scarsa si sono acuiti.
E di natura,poi,io sono una persona curiosa.
Che sta in silenzio e ascolta tutto. Tutto.
Non ho visto molto se non quello che avevo sotto al naso.
Nemmeno il dottore sono riuscita a mettere a fuoco oggi,ma mi è bastato sentire la sua voce e le sue domande per capire che era preoccupato per me.
Lo sono anche i miei genitori.
Io no.
Io so qual’è la strada di fronte a me,e dopo questa giornata l’ho presa per non lasciarla mai più.

Mamma mi ha tolto la felpa mentre io ero abbastanza fuori dal mio corpo,osservavo tutto dal di fuori.
Ho semplicemente eseguito gli ordini fino ad un certo punto.
Siediti,e mi sono seduta goffamente,le gambe tremavano,le braccia anche,non sapevo dove e come reggermi su me stessa.
Stai comoda,e ho poggiato le braccia sui braccioli.
Ho osservato l’infermiera preparare la flebo.
Ho sperato mi salvasse dall’oblio dei miei pensieri,ho sperato che un semplice liquido trasparente potesse essere la mia salvezza eterna.
Dopo averla appesa accanto alla mia poltrona mi ha infilato l’ago in quel punto che mi ha detto essere quasi introvabile ma che lei ha trovato.
Le ho dato il braccio con cui non scrivo,e so che di solito lì non mi trovano un cazzo.
Era esperta questa infermiera,cosi ho potuto avere la mano buona a pieno uso dopo e l’altro braccio indolenzito.
Il liquido ha iniziato a scorrermi dentro ma non ho sentito niente,vedevo solo queste goccie cadere lentamente in un piccolo contenitore all’interno di quella cosa.
Ho iniziato a pensare che mi avessero iniettato un placebo,che non mi sarei mai sentita meglio perchè stavo davvero male e un placebo non avrebbe placato i miei pensieri.
L’infermiera mi ha misurato la pressione,era un pò alta.
Eccerto,mi ero arrabbiata come il peggio leone selvatico.
Ma che dico?! Al leone faccio una pernacchia io quando sto male!
Mi sono bruciata dall’interno,tanto che mi contorcevo dal dolore che ho scatenato anche i miei organi interni all’erta.
Sto morendo. Sto morendo. Fa male,fa troppo male.
Non un male fisico. Non è il ciclo,non è niente.
Sono solo io che voglio morire,che non trovo più una ragione per essere ancora costretta a vivere,che non vedo una via d’uscita e mi sento chiusa in un acquario troppo piccolo per me che nemmeno so nuotare.
Non posso respirare ne uscire.
Voglio solo abbandonarmi alla morte,alla pace.
Ma non essendo in acqua non posso.
Mi abbandono alla flebo e spero mi aiuti.
Dopo un pò l’infermiera mi ha chiesto se volessi che entrasse mia madre,ed io le ho detto «Indifferente».
All’inizio questa impressione le ho fatto: della povera pazza non connessa con il mondo esterno.
In quelle ore sono stata quella.
In un paio di giorni non ero più me stessa,ero uscita fuori da me e non potevo sopportare più di non controllare la mia vita.
Adesso mi sembra la soluzione più semplice per il momento.
Farmi trasportare dagli appuntamenti al centro diurno per le attività e dai dottori.
Farmi dare le medicine dalla mia famiglia,senza farmene troppo carico.

Ho pensato per tutta l’ora e mezza che sono stata là dentro a fare la flebo.
Ho sentito la voce fottutamente alta di mio padre fuori che parlava con persone che incontrava.
La voce di mia madre che si lamentava con il mio psichiatra,costernato e senza parole anch’egli per ciò che gli avevo detto.
Mentre stavo seduta a godermi la flebo che mi respingeva le lacrime e calmavai muscoli,lui è venuto almeno tre volte per parlarmi,farmi domande e chiedermi come stavo.
Mi ha cambiato un altra medicina,ha stoppato quell’antidepressivo che deve avermi dato questa reazione avversa.
Cazzo,mi sento da settimane come se stessi senza antidepre.
Eppure questi sono di una categoria più alta di quelli che ho preso fino ad ora.
Agiscono direttamente nel cervello,nei neurotrasmettitori di un paio di sostanze (o ormoni o molecole,non ricordo) che di solito rendono la gente energica e allegra.
Allegra. Sto cazzo.
Da quando prendo quella roba ho solo smesso di dormire.
Poi ho avuto qualche altra allucinosi,e alla fine i pensieri che al centro diurno chiamiamo ‘’cattivi’’ mi hanno sotterrata.
Non avevo più il controllo della mia mente e delle mie azioni.
I miei sensi e le mie sensazioni erano amplificate in maniera negativa.

Papà ha incontrato un dottore che l’ha operato agli occhi.
Sono stata cattiva,ho pensato Ah,menomale che anche sti stronzi sbattono per qualche psicopatico in famiglia. Spero tanto sia il figlio. Se lo buttano nel centro diurno gliene faccio passare di tutti i colori.
Assolvetemi,lo conosco al figlio di quel dottore,veniva a scuola media con me,stava zitto quando mi insultavano e sputavano in faccia.
Oh,quanto mi piacerebbe vendicarmi,ma già il solo fatto che sia impazzito tanto da chiedere una visita psichiatrica è Giustizia Divina che mi da ragione.
Poi papà ha incontrato un tizio che gli ha detto di possedere 74 appartamenti e che non ce la faceva più a pagare le tasse e li voleva cedere a lui.
Mio padre ha detto grazie ma no.
Io da dentro che sentivo tutto ho sbuffato ‘’Questo non cambia mai! Potrei stare nella bara e sarebbe lo stesso,cazzone e superficiale’’.

Alla fine mi sono alzata molto composta,quando l’infermiera mi ha chiesto se mi girava la testa ho detto il ‘’No’’ più vero e triste della mia vita.
Avrei voluto che mi girasse,che svenissi sul pavimento e non mi svegliassi mai più.
La flebo avrà calmato la mia rabbia disperata ma il mio odio rimane dentro di me come un fottuto tumore che non vuole essere strappato via con un operazione.
Non serve.
Nessuna cura può farti trovare il senso della vita.
O lo trovi da sola,o sei fottuta.
In questo caso lo sei tu,Valentina.

E domani mattina vado al centro diurno,li avviso che tornerò dopo un pò e salgo a farmi la seconda flebo.
Magari me le fanno sempre,cosi divento un fottuto automa anestetizzato.
Ma è difficile accoparmi.
A me vuoi accoppare? Se,mo mo vieni.
Il dottore che ormai sta iniziando a capire che data la profondità della merda in cui nuoto e il mio peso eccessivo deve darmi medicine più forti.
E cosi siamo tornati ad un antipsicotico (di tipo atipico sta volta).
Ne ha data una stecca a mio padre dicendogli di farmene prendere due pasticche prima di andare a dormire.
Io ovviamente ho cercato subito tutto su internet.
Non prendo medicine a cazzo,senza aver letto il foglietto illustrativo.
Incoraggiante devo dire,in ogni psicofarmaco che ho praticato fin’ora c’è sempre scritto che potrebbe peggiorare la mia depressione e aumentare i pensieri autolesionisti e la voglia di suicidarsi.
Minchia,mi sa che sta volta ci sono incappata anche io.
Molto bene.
Spero che non capiti mai più,perchè ho dovuto raccogliere tutte le mie forze per non prendere il fottutissimo taglierino che era sulla scrivania e sfogarmi su questo corpo di merda.
Mi sentivo come una drogata in astinenza in quei momenti,vedevo lì la fonte della mia liberazione.
L’unico modo che ho di sfogare la mia rabbia è contro me stessa.
Perchè mi odio.
O contro i miei genitori,dato che loro mi hanno buttato in questo mondo marcio di merda.

Come dicevo loro quando stavano complottando di portarmi al centro,niente può salvarmi.
Fatemi l’iniezione (non sapevamo che si trattava di flebo il fatto,ma il concetto era che volevano calmarmi perchè erano stanchi loro stessi di tenermi sotto controllo),fatemi quello che cazzo volete.
Mi calmerà,lo sapevo come lo so ora.
Ma non mi salverà.
E infatti ora sono qui a scriverlo.
Avevo troppa ragione.
Perchè non mi hanno lasciato affogare nel mio stesso vomito?
Non ce la faccio più.
Perchè non mi hanno buttato nel cassonetto?
un indemoniata quando sto male,mai visto l’Esorcista? Quel tipo.
Perchè continuare questa pantomima?
Voglio che lo show finisca. Mi sa che inizio a prepararmi.

La verginità da flebo l’ho persa ormai,immagino che ne diventerò un abituè in poco tempo come per tutto il resto.
Ora non mi mancano che poche piccole cose che vorrei fare prima di morire,e poi posso lasciarmi andare.
Mi farò portare al mare,cosi che non possano dare la colpa a me e odiarsi a morte.
Sarà un incidente,una casualità.
Doveva succedere.
Dai,lo sappiamo tutti che accadrà presto.
Sono una bomba pronta a scoppiare,la miccia è accesa.
Non manca molto.

Non vedo l’ora di fare la prossima flebo,anche se so che non mi spegnerà il cervello come vorrei,almeno mi terrà buona.
Ah,vabbè,a tenermi buona per questa notte dovrebbero pensarci quelle pasticche gialle.
Beh,speriamo bene.
Almeno si dorme stanotte?
O devo passare un altra notte a pensare a come morire?
A come sbrigare le ultime faccende per congedarmi il prima possibile?
Voglio dormì…mena.

Autore:

Blogger e studentessa. Iper appassionata di millemila cose. Donna dall'umore super instabile. 🧠Attivista per la salute mentale 💪Femminista intersezionale 🎨INTJ

42 pensieri riguardo “La mia prima flebo

  1. Mi dispiace 💔
    Vedrai che è solo la reazione di ORA a quel farmaco che evidentemente non andava bene per te…
    Altrimenti, se davvero non ti importasse più nulla, non lo racconteresti a noi così bene, e non ti cureresti di tenere buono il braccio con cui scrivi 💙

    1. Mi sono martoriata l’altro povero braccio per tenermi buono questo. Lividi e buchi da tossica,una cosa assurda,non si trovava altra vena che quella. Che palle.
      Comunque ieri sono sopravvissuta senza flebo,si spera anche oggi. Vado avanti giorno per giorno…e vedo che succede.

      1. Brava ❤
        Che bello sentirti! *_*
        Vedrai che andrà bene, e il fatto che tieni al tuo braccio buono parla da sé della tua forza 🙂 ❤

    1. Io abbraccio te ❤
      A volte penso di essere molto egocentrica ed egoista a soffrire per qualcosa che non esiste nel mio corpo,ma che mi sono di fatto inventata nella mia testa…quando stanno persone che hanno tumori veri nel corpo ed io…io mi lamento? Eppure sento una sofferenza immensa…come se fosse tutto reale…

      1. Guarda che a volte è meglio avere un problema fisico… Quello nella mente è peggio anche perché non compreso😘😘😘😘😘😘😘

      2. Già uno sta male,deve pure subirsi la non comprensione.
        Da parte di…? Tutto il mondo.
        Genitori,medici che non sono psichiatri,persone qualunque…gli unici che non giudicano mai sono quelli che stanno come me o peggio di me…tra di noi siamo immuni da giudizi in merito alla sofferenza altrui.
        Vorrei tutto il mondo fosse cosi.
        Qualcuno si salva,qualcuno come te cara.

        Ti abbraccio di nuovo 😉

  2. So di cosa parli quando dici che fa troppo male e che non riesci né a respirare né a uscire.
    Ti capisco e l’unica cosa che mi viene da dire è che ti sono vicina, anche se non ci conosciamo e ho commentato gran poco i tuoi post, anche se li leggo sempre.
    Ti abbraccio

    1. Ed io ti ringrazio tantissimo,il solo pensiero che la tua anima possa capire la mia sofferenza e sia vicina alla mia mi fa sentire meno sola anche se sento un moto di sofferenza nel cuore.
      Non vorrei che nessuno provasse ciò che provo io,meno che mai tu,che sei cosi gentile e buona….ti leggo spesso,negli ultimi mesi di meno perché ho poco internet ma ho sempre visto cose simili tra le nostre sofferenze.
      E questo dovrebbe farmi felice? Perché non sono sola? No….mi fa stare peggio. Stesso discorso del centro diurno,quando vedo soffrire gli altri ci sto male anche io…

      Ti abbraccio da morire,grazie davvero ❤ ❤

  3. A volte i farmaci dovrebbero aiutarci e invece sono merda. Non è colpa tua. Sei lucida e sensibile anche in questi momenti, da come scrivi, non è una cosa da tutti. Dalla merda si esce, piano piano, anche con le flebo, e piano piano quella bellezza che tu non vedi perché traspare solo dai tuoi scritti tornerà a impossessarsi anche di te, con delicatezza. Ci vuole tempo. Sìì paziente e indulgente con te stessa ❤️❤️

    1. Grazie tante.
      Una delle cose che devo imparare è essere indulgente con me stessa,e di meno con gli altri. Me l’ha detto lo psicologo del centro diurno che sono troppo rigida,e ammetto che è vero,lo sento proprio.

      Sai,la mia psicologa dice che non è colpa dei farmaci ma di una delusione dalla quale mi sono fatta trascinare nella merda.
      Possibile che io sia cosi superficiale? Non riesco proprio a vedere vere le sue parole,e infatti in molti mi dicono che le ha dette per spronarmi a superare il periodo delle flebo,tutto qua.
      Lo spero.
      Altrimenti non ha capito uno stracazzo di me.

      1. Non sempre il 100% di quello che ci viene detto è azzeccato… Anche a me è successo. Però non fa niente. Concentrati sull’indulgenza. Esserlo meno con gli altri è un’ottimo esercizio, servirebbe anche a me!

  4. Purtroppo capitano queste problematiche, ma la tua voglia di vivere si sente. Spero tu riesca a farti forza e coraggio e spero di rileggere presto delle tue passioni, delle cose che ti accadono intorno, delle tue speranze… e di tutto quello che vorrai raccontarci. Un abbraccio fortissimo, Valentina.

  5. Ne uscirai anche questa volta, è stato solo l’effetto di quelle maledette medicine…. vedrai che ce la farai, se riesci a riposare come si deve andrà tutto meglio…

    1. Vorrei un bel ricovero in una super clinica di lusso al nord per riposare.
      Due,forse tre mesi.
      Ma chi mi ci manda,mannaggia.
      Devo accontentarmi del letto,e cercare di sfruttare come riposo dei nervi anche il laboratorio teatrale con il quale dovrei sfogarmi di più.

    1. Nessuno?
      Io dovrei ma me ne strafotto.
      I miei dottori? Mi pare se ne strafottano più di me.
      I miei genitori poi,non sanno nemmeno cos’è la mia mente,cercano solo di tenermi buona.

      1. Il problema è che abbiamo perso il senso… se non guarisce la tua mente, qualsiasi altra cura sarà solo un palliativo per tenere sedato il dolore che hai dentro… lo hai mai ascoltato?

      2. Lo ascolto spesso,ed è cosi profondo e integrato in me,è nato assieme a me…che non so cosa fare se non soffrirci e basta quando torna a galla 😔

      3. Non ho detto sentire, ma ascoltare.. che significa capire ed accogliere, ma non necessariamente accettare

      4. No…capirlo non l’ho mai capito e credo nessuno possa aiutarmi a farlo.
        Forse arriverà il momento in cui sarò abbastanza matura da capirlo da sola,spero.
        Accogliere,accettare? Non so se è un cosa fattibile.
        Non so se ho mai scritto di ciò specificatamente,forse c’è qualcosa buttata qua e là,devo controllare.

      5. Quello che non accetti ti distrugge… Ma hai ragione, può partire solo da te. Ora non ti resta che intraprendere un cammino di consapevolezza

  6. Leggo il tuo blog ogni tanto, ma non ho mai commentato; questa volta però vorrei darti un consiglio: perché non provi a fare attività fisica? Mi sembra strano che i medici non te l’abbiano proposto… Anche mezz’ora o quaranta minuti di corsa tre/quattro volte alla settimana possono andar bene, io l’ho fatto per un po’, appunto su consiglio medico (anche se per un problema diverso dal tuo) e la mia salute è migliorata parecchio (anche se poi ho smesso per vari motivi)…

    1. Ciao,grazie di aver commentato e avermi dato questo consiglio.
      Cerco di spiegarti brevemente la faccenda.
      Io frequento un centro diurno,dove faccio tre attività alla settimana (una delle quali c’è due volte a settimana) e mi hanno abbastanza costretta a fare il laboratorio teatrale che dovrebbe secondo loro aiutarmi a imparare a relazionarmi con gli altri e con me stessa.
      Ok,ma cosi mi hanno tolto la possibilità di fare sport,perchè l’unico che mi interessava e trovavo davvero utile (il calcetto) il gruppo che aderisce lo fa proprio un pomeriggio che io sono al teatro.
      Gli altri ”sport” che si potevano scegliere erano yoga,basket e tiro con l’arco.Lo yoga mi fa schifo e non credo come attività fisica per sforgarmi sarebbe servito granchè,il basket in quanto bassa preferisco non farlo perché mi fa sentire ancora più frustrata,il tiro con l’arco pure non so quanto mi avrebbe aiutato.
      Io volevo fare il calcetto insomma,sono certa mi avrebbe aiutata in tanti modi,quanto e forse più del teatro.
      Ma loro decidono per me,quindi fino a Maggio devo sopportare il teatro,poi al prossimo Settembre spero di iniziare a fare il calcetto.

      Per i fatti miei provai a fare un po’ di corsa mesi fa ma non fu molto utile,uscii dalla pineta piangendo.
      Correre senza alcun obbiettivo rendeva la mia testa più facilmente attaccabile da pensieri di ogni genere.
      Mi serve un obbiettivo come essere concentrata sul pallone,tutto qua.
      Riguardo ai medici,si,loro me l’hanno sempre consigliato di fare sporta come il pugilato o il karate,ma per quelli i soldi a casa non li abbiamo.

      Comunque ti ringrazio davvero per il tuo commento perché mi ha fatto ricordare questa questione,e sto cercando di organizzarmi con mio padre la domenica mattina per farmi pre-allenare un po’ per il calcetto.

      Non so quanto potrebbe aiutarmi fare sport costantemente,ma non avendo mai provato non posso per certo dire che non mi serve a niente.
      Bisogna trovare solo la cosa giusta per me.

      Grazie ancora,e se hai altri consigli o commenti,io sono sempre aperta a sentire le vostre opinioni.

      Un saluto

      1. Ciao, grazie per i chiarimenti!
        Mi dispiace che ti abbiano messa di fronte alla scelta tra teatro e calcetto, ma purtroppo la vita è fatta di scelte… se ti hanno consigliato il teatro vuol dire che in base alla loro esperienza ti sarà senz’altro utile; solo che mi chiedo se possa veramente aiutarti a relazionarti con gli altri, ho sempre pensato che gli attori imparassero ad indossare una maschera a scapito della loro effettiva personalità, ma magari mi sbaglio!
        Lo sport di squadra potrebbe aiutarti a conoscere altre persone (magari con poche cose in comune con te) e ad avere più fiducia in te stessa (e negli altri); dico “potrebbe” perché su di me ha sempre avuto l’effetto contrario, essendo io il più scarso in squadra 😀 ero però bravo in altre cose, fortunatamente! Mi piace il fatto che ti stia organizzando con tuo padre per gli allenamenti, è sicuramente un buon inizio, ricordati che l’attività fisica dev’essere leggera, quindi cerca di non esagerare (almeno all’inizio… Poi magari ci prenderai gusto e lì non ti fermerà più nessuno) 🙂 In bocca al lupo!

      2. Guarda,gli stessi dubbi tuoi sono anche i miei ! Quindi non so che dirti,ho perso un po’ di volontà e mi sono affidata a loro che sono esperti,sapranno quello che fanno mi dico,non posso avere sempre ragione io xD

        Grazie ancora per tutto.

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