Salvelox lettori! 🩹
Bentornatə nella Rubrica più amata sul blog; l’InformaPensieri!
Sono felice di inaugurare questa nuova stagione della rubrica con un’intervista alla quale sono particolarmente legata. Per introdurre il ramo della Giurisprudenza ho deciso di portare l’esperienza di mia sorella maggiore.
Con quest’intervista scopriremo l’importanza di non fermare mai i propri studi e arenarsi nella conoscenza acquisita negli anni scolastici.
Vi aspetto alla fine dell’intervista per una mini sorpresa 😉
Intervista ad Annalisa ⚖
Ci dici chi sei?
Mi chiamo Annalisa, ho 33 anni e vivo a Taranto. Sono laureata in giurisprudenza.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Mi piace leggere, andare al cinema o guardare serie tv e ascoltare musica, soprattutto rock, metal e classica.
Ci racconti la tua storia scolastica?
Dopo le scuole medie decisi di iscrivermi ad un istituto tecnico con indirizzo linguistico-aziendale, si trattava di un indirizzo sperimentale, che oggi non esiste più, si chiamava progetto E.R.I.C.A. ( l’acronimo stava per Educazione alla Relazione Interculturale nella Comunicazione Aziendale) e mi sono diplomata come perito aziendale e corrispondente in lingue estere. Scelsi questo indirizzo perchè amavo, e amo ancora, lo studio delle lingue e culture straniere, e perchè mi piace viaggiare e in quel momento pensavo di fare un lavoro che mi permettesse di viaggiare. Inoltre privilegiai un istituto tecnico, piuttosto che un liceo, perché con il diploma tecnico generalmente è più semplice l’ingresso nel mondo del lavoro, e all’epoca non ero sicura di poter continuare gli studi, anche se ho sempre voluto frequentare l’università, perché mi è sempre piaciuto studiare.
Infatti, dopo il diploma, con grandi sacrifici, anche economici, sono riuscita ad iscrivermi all’università. La scelta della facoltà è stata istintiva. Negli anni delle scuole superiori mi sono appassionata tanto al diritto, anche grazie agli insegnanti che ho avuto. In realtà sin da piccola lo studio dell’educazione civica ( all’epoca si chiamava così) mi appassionava molto, e all’istituto tecnico che ho frequentato facevamo molte ore di diritto ed economia, soprattutto diritto commerciale. Sono arrivata all’università con delle buone basi e non ho avuto grossi problemi nei 5 anni di studi. Mi sono appassionata nel frattempo anche ad altri settori del diritto, in particolare al diritto penale.
Pensi di aver fatto qualche errore nelle tue scelte di vita o sei contenta del punto in cui sei arrivata?
No, non credo di aver fatto errori nelle mie scelte, anche se, al momento, non sono pienamente soddisfatta dal punto di vista professionale, ma ciò dipende da fattori esterni, e non dalle scelte fatte.
Come ti vedi tra 10 anni,? A far cosa? A condurre che tipo di vita?
Il mio obiettivo è superare il concorso in magistratura, quindi fra 10 anni spero di esserci riuscita. Mi piacerebbe fare il giudice di una sezione penale, in particolare mi piacerebbe occuparmi di reati contro le persone e la famiglia.
Tu hai seguito il cuore o il cervello durante la tua scelta su cosa fare nella vita?
Credo di aver seguito il cuore, ovvero quelle che sono le mie inclinazioni, in base al mio carattere e alle mie passioni, però allo stesso tempo essendo realista e consapevole dei miei limiti.
Con quali criteri hai scelto il tuo percorso?
Il percorso del concorso in magistratura è molto complesso e richiedi sacrifici e tanto studio. L’ho scelto perché tra tutte le professioni giuridiche quella del magistrato la sento più affine al mio approccio allo studio, alla propensione alla ricerca, e da un punto di vista tecnico richiede uno studio approfondito non solo delle leggi ma anche della giurisprudenza, ovvero del diritto vivente, di ciò che i Tribunali decidono quotidianamente. Inoltre mi piacerebbe fare questo lavoro perché ha una valenza sociale, è un servizio ai cittadini, a differenza delle libere professioni dove si guarda molto più al profitto.
Hai sentito di avere la vocazione necessaria per fare questo mestiere?
Si, mi sono sempre sentita portata per questo lavoro, nonostante ne riconosca le difficoltà. Ho avuto modo poi, attraverso l’esperienza del tirocinio che ho svolto, di avere una conferma di questa vocazione.
Secondo te, qual è la caratteristica personale più importante da prendere in considerazione quando si fa una scelta cosi importante?
Sicuramente, quando si intraprende un qualunque percorso, è importante la determinazione e la consapevolezza di dover affrontare difficoltà, sacrifici, e a volte rinunce. Ma allo stesso tempo è fondamentale scegliere seguendo le proprie inclinazioni, cercando di non farsi influenzare da pareri esterni.
Quali sono i lati positivi del percorso di studi che hai intrapreso? E le cose che cambieresti?
Il mio percorso di studi mi è stato utile perché mi ha aiutata a sviluppare, nel tempo, un metodo di studio valido. Tuttavia, nello studio di materie giuridiche, ed in particolare nello studio finalizzato al concorso in magistratura, l’approfondimento e l’aggiornamento sono fondamentali. Sicuramente ci sono alcune cose che potrebbero essere migliorate nei piani di studio delle facoltà di giurisprudenza, ad esempio si potrebbero introdurre più esami scritti, che sarebbero un valido aiuto per gli studenti che dopo la laurea dovranno affrontare prove concorsuali scritte.
Pensi che possiamo essere capaci tutti di superare le difficoltà che incontriamo nel nostro percorso, o c’è chi si può far scoraggiare tanto da lasciar perdere tutto?
Credo che i momenti di difficoltà, in cui ci si sente demotivati, sono normali e capitano a tutti almeno una volta nella vita, ma tutti possono ritrovare la motivazione e superare questi momenti. Può essere utile, in alcuni, casi, fermarsi a riflettere, anche facendo autocritica, cercando di non essere troppo severi con sé stessi, o chiedendo il punto di vista di una persona estranea, che con il giusto distacco può fornirci un punto di vista interessante.
Hai un libro/film/serie tv/album musicale/o qualsiasi altra opera d’arte da consigliare a chi sta cercando la propria vocazione? Un piccolo posto artistico dove se ne può trovare un po’?
Un libro che ho apprezzato, negli ultimi anni, e che consiglio è “Quando siete felici, fateci caso” di Kurt Vonnegut. Si tratta di una piccola raccolta di discorsi fatti ai laureandi delle università americane, in cui è possibile leggere delle riflessioni interessanti e per niente retoriche.
The mini sorpresa 🎉
Volevo annunciarvi che quest’anno la rubrica verterà il suo focus sulla scelta della scuola superiore. Dopo averla finalmente conclusa ho tutti gli strumenti a me necessari per parlarvi delle scelte attualmente disponibili, nonchè fare delle riflessioni sugli indirizzi che non esistono più o che sono stati modificati.
Come il progetto E.R.I.C.A. che ha seguito mia sorella, oppure lo stesso indirizzo delle Scienze Umane al quale mi sono diplomata io che è la versione moderna dell’istituto magistrale.
Mi sembra utile per gli studenti di oggi conoscere anche il passato, per fare una scelta sempre più consapevole.
Scegliere a 13 anni cosa dovrai studiare per i prossimi 5 anni e che avrà una valenza importantissima nella tua vita secondo me è impensabile.
Cosi come impensabile non dovrebbe essere cambiare idea, scuola e indirizzo, nel corso degli anni.
Ne riparleremo in futuro in un altro articolo 🔜
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Penso anch’io che a 13 anni non si ha la maturità giusta per compiere una scelta del genere. O, quantomeno, non lo è stato per la mia generazione. Sicuramente la generazione di oggi è completamente diversa in molte questioni a parità di età, perciò potrebbe anche andare diversamente su questo argomento
io impreparatissima davanti a quella scelta…100% 😶😶