Pubblicato in: Racconti, Relazioni

Una fine impossibile…

…sembra questa cosa.

Introduzione

Quando glielo dico mi rispondono tutti: “No…è uno scherzo?” con una faccia scioccata di contorno.

E no, non è uno scherzo, rispondo io seria.

Ormai non faccio altro che essere seria quando parlo di questa storia.

Sicuramente nessuno se lo aspettava, e devo dire la verità; neanche io.

Nella vision board che ho fatto per questo nuovo periodo della mia vita, una volta chiuso il capitolo diploma, però…non l’avevo inserito.

Nella categoria relazioni avevo messo solo una foto di me e mia nipote, perché è l’unica relazione su cui devo continuare a lavorare per non perderla e farla legare sempre di più a me.

Dentro di me qualcuno o qualcosa sapeva che Mario non ci sarebbe stato ancora per molto nella mia vita, e allora non l’abbiamo messo su quel cartoncino accanto al letto.

E allora non lo vedo tutti i giorni quando vado a dormire e quando mi sveglio.

E allora, alla fine, ci siamo lasciati.

Questo è accaduto. La storia d’amore tra me e Mario è terminata, con grande sofferenza da entrambe le parti come è giusto che sia.

I patiti di gossip attendevano questo mio scritto.

E attendono di sapere chi ha lasciato chi.

“Sicuramente lui ha lasciato lei, l’hai vista?”.

Ebbene no, non saranno soddisfatte le vostre aspettative.

Semplicemente perché sono stata io a lasciare lui.

Si, sono stata la stronza a lasciare un ragazzo sulla sedia a rotelle.

Si, ho pensato a me, alla mia vita e al mio futuro invece che a lui.

Per una volta.

Forse, quella buona.

! siccome ho imparato un pò a usare l’editor di WordPress vi ho diviso questo lungo racconto in quattro pagine !
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Autore:

Blogger e studentessa. Iper appassionata di millemila cose. Donna dall'umore super instabile. 🧠Attivista per la salute mentale 💪Femminista intersezionale 🎨INTJ

14 pensieri riguardo “Una fine impossibile…

  1. Stanchi morti, ma il post è importante e proviamo a risponderti lo stesso.
    Tu considerata spregevole per aver lasciato una persona con disabilità? Ah sì? E perché mai? Chi pensasse in questa maniera, prima di giudicare te, dovrebbe portarci la prova provata che nella convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, nonché nelle normative italiane, esista un comma che dica: “la persona con disabilità è esentata da bidoni, due di picche e nessuno ha il diritto di scaricarla come un MP3 per qualunque ragione”. Fino ad allora, rivendichiamo il diritto di SCARICARE ed ESSERE SCARICATI, per quanto male si possa stare in entrambi i casi.
    Ecco. PER FORTUNA nessuno ha inventato il “divieto di scarico” e, anzi, crediamo che anche la possibilità di venir lasciati, faccia parte dell’inclusione sociale visto che tra i cosiddetti “normodotati” ci si scarica un giorno sì e l’altro anche. Perché dove c’è una disabilità di mezzo, ci si dovrebbe comportare diversamente anche dove i presupposti per una relazione appagante non ci sono?
    Una persona non può ritenersi “sensibile” “empatica” e poi disprezzarne un’altra che ha scelto LIBERAMENTE di interrompere un rapporto quando questo non andava più. Foste rimasti insieme “per la disabilità” avrebbe significato infelicità per entrambi; e se Mario dopo di te non incontrerà più qualcuno capace di amarlo, ecco, non è -più- un problema tuo comunque! Una relazione portata avanti senza amore, avrebbe rovinato anche il ricordo di tutti i momenti felici che avete trascorso assieme.
    Detto questo, noi parliamo perché la tua storia ci ha toccato da vicino. Sia perché abbiamo interrotto delle relazioni di nostra volontà, sia perché viviamo delle condizioni per le quali, secondo certa opinione pubblica, “siamo fortunati se troviamo qualcuno che ci ama e non possiamo fare gli schizzinosi”…
    Elettrona. Il polo -HIV- negativo dell’atomo. Priva della vista, dalla nascita; relazione lunga con un uomo che vive una pluri-disabilità visiva e motoria, rapporto finito per motivi non inerenti alle reciproche condizioni. Ma quando la relazione diventa come il brano di Elodie “per me le cose sono due. Lacrime mie, lacrime tue”, è ora di dire BASTA. Ora FELICEMENTE single.
    Gifter: uomo, gay, risultato HIV positivo dopo esser stato monogamo…Peccato però che l’altro membro -battuta voluta- della coppia invece saltava da un letto all’altro, di nascosto dal fidanzato a cui giurava fedeltà. Nessuna evidenza che l’infezione sia stata deliberata, è più probabile che l’ex non lo sapesse. Gifter però ha compiuto l’unica scelta possibile: interrompere la relazione con la persona che gli ha cambiato la vita per sempre in un modo di cui avrebbe potuto fare volentieri a meno. Ora felicemente sposato… Unione civile o come cacchio preferiscono dire i pignoli… Con un uomo HIV negativo che lo ama e lo rispetta nel bene e nel male.
    La paura di lasciare da solo qualcuno, o di rimanere soli, bisogna mandarla via perché, seguendo quella strada, si finisce per essere infelici il che è peggio di qualunque giudizio o senso di colpa che gli altri vogliano farti sentire addosso.
    Le generazioni precedenti ci hanno trasmesso un concetto di amore come sofferenza e sacrificio? Perfetto, una volta non c’era altro! Ma se noi possiamo scegliere… Scegliamo!
    In bocca al lupo
    Elettrona e Gifter

    1. Vi ringrazio mille per avermi scritto questo e l’altro commento.
      Rispondo separatamente per mantenere un attimo di ordine (io ossessionata).

      Le vostre storie d’amore mi fanno dolere il cuore, io che sono ipersensibile, soffro a sentire il dolore altrui, soprattutto quando è vero e crudele.

      “Foste rimasti insieme “per la disabilità” avrebbe significato infelicità per entrambi” a questa frase annuisco, perchè vedo la gente che mi guarda di merda mentre io l’ho fatto per il bene di tutti.
      Lo so, lo so, che è complicato da capire.
      Soprattutto per loro che non hanno gli strumenti per farlo.

      1. Gente piena di abilismo e ipocrisia. Ti guardano male perché hai lasciato quell’uomo? Io sono pronto a scommetterci l’oro del mondo, che nei tuoi panni si sarebbero fermati prima o neanche avrebbero iniziato la relazione. Però non potrai mai saperlo perché non lo ammetteranno mai.
        Se ho torto, caffè pagato dal Mondo Positivo
        Gifter

      2. Magari tu avessi torto, mi andrebbe proprio un bel caffè.
        Ma credo dovrò pagarmelo da sola, si potrebbero contare sulle dita di una mano le persone in tutta la Nazione che avrebbero fatto quel che ho fatto io.
        Vado a regalarmi questo caffè, me lo merito.

      3. Sono sempre Gifter.
        Più leggo l’articolo più credo che quel ragazzo prima di pensare a una relazione con una persona, doveva imparare ad amare se stesso ma non è facile quando ti accorgi che nel tuo corpo qualcosa è drasticamente cambiato e questo disagio interiore non è colpa tua né del mondo bensì di un retaggio culturale millenario tossico, che vede malattia e disabilità come una punizione divina per “comportamenti sbagliati” allora se te la trovi addosso scatta il messaggio “perché proprio io? Cos’ho fatto di male? Sono stato per bene e mi è successo questo, allora divento stronzo sul serio tanto non ho più nulla da perdere” Poi finisci per autopunirti o autocommiserarti.
        Rispetto a trovarsi permanentemente impossibilitati a camminare, la mia è stata una cosa meno drastica perché io sono tecnicamente sano e l’HIV quand’è arrivato non mi ha mai costretto a modificare le attività lavorative e di svago, anzi nel tempo ho migliorato pure le mie abitudini; però i primi due-tre anni ho provato pienamente le sensazioni di “farsi schifo da soli”, non meritare amori e amicizie, arrabbiarsi col mondo e soprattutto mettere alla prova la resistenza fisica e mentale di chi ti ama perché, tanto, “quella persona non può lasciarmi, c’è e ci sarà sempre”. Rapporto interrotto per cinque anni con mia sorella gemella proprio per questo motivo: sei talmente preso da te stesso che l’affetto dei tuoi cari non è più un valore aggiunto di cui prenderti cura, dare e ricevere; la persona che ami e ti ama si trasforma in un “bidone dell’indifferenziato” dove scarichi ogni tua frustrazione vera o presunta che sia. Chiedi, chiedi, chiedi, ma sei talmente preso dal tuo malessere da non accorgerti E FREGARTENE di quello altrui.
        Fortunatamente per me è cambiato tutto dopo essermi invaghito del primo che nella mia nuova vita mi aveva puntato gli occhi addosso; “l’HIV non è un problema, le precauzioni ci sono, il problema non sussiste” OK ma pur essendo il mio partner NON voleva MAI venire con me a malattie infettive né informarsi sul lato medico della mia condizione. “Non c’è bisogno” diceva, “ci muoviamo senza rischi e poi tu stai bene”.
        All’inizio andava perfetto così perché una relazione del genere consentiva di “non pensarci” fino a che ogni qual volta si litigava lui mi urlava dietro “vuoi lasciarmi? Fallo e rimarrai solo! Non troverai altri come me in grado di stare con uno nelle tue condizioni”.
        Inizialmente lasciavo correre perché avevo in effetti paura della solitudine e anche se lui si credeva “il super eroe” me ne fregava il giusto. Ma dopo un tot, iniziavo a rispondergli “beh, dai, non sarai mica l’unico uomo al mondo, posso sempre installare Grindr e mettermi la foto nudo. Ne trovo quanti ne voglio.”
        Ecco appunto: con te Mario è stato stronzo e s’è messo tinder -poi negando a oltranza-, dovevo esserlo anch’io con Fabio. Ma di fatto sono troppo onesto e anche volendo non ce la farei.
        Per fortuna ho capito in tempo che quella persona stava facendo esattamente ciò che facevo io: mi usava come porta-frustrazioni e “stava col positivo” come se una relazione sierodiscordante (positivo e negativo) fosse una medaglia al valore che lo facesse apparire “una brava persona” agli occhi degli altri.
        In compenso c’era il mio amico più caro accanto a me da sempre a dirmi “mi raccomando qualsiasi cosa scrivimi”, “hai fatto gli esami” “come va coi farmaci” o semplicemente “come stai”… Sempre rimasto vicino e discreto, era evidente ci fosse più di un’amicizia, lo capivano tutti ma io ero l’unico fesso a non volerlo ammettere.
        A farla breve quello di “il problema non esiste” è finito fuori di casa a calci in culo. L’altro è diventato mio marito. Anche per lui la mia condizione non è un problema -nel senso di ostacolo- ma ne parliamo. Condividiamo le circostanze della vita e dove possibile troviamo soluzioni, e benché lui di farmaci capisca zero, è veramente TANTA ROBA avere una persona a fianco che ti sopporta, oops supporta, anche le poche volte in cui c’è da discutere di medicine.
        Alla fine poi ho ricucito anche con la mia adorata gemellona che mi ha dato un nipotino, ho fatto pace con la vita. E col virus. Se no il sito di racconti di fantasia col virus parlante non l’avrei mica messo in piedi!
        Tu con Mario hai fatto l’unica scelta possibile e proprio perché l’hai tanto amato e ami te stessa. Faccia i conti da solo con le proprie frustrazioni, poi se è una fase temporanea o è una vita intera non lo sappiamo ma tu metti il punto e vai avanti per la tua strada. Come vedi, l’amore gay e quello etero hanno gli stessi problemi alla faccia di chi sostiene il contrario.
        Lascio il profilo alla collega che mi rimprovera perché sto diventando “uno psicoblogger”.
        Abbraccione pieno di virus. Di quelli che parlano, non quello cattivo! Gifter

  2. Dopo il solito reciproco “buongiorno” via WhatsApp, ci siamo entrambi riletti con calma l’articolo. Ma cazzo! Se questo Mario fosse stato un nostro fidanzato, con la storia del bagno e il concerto l’avremmo scaricato già allora! E anche in pubblico, davanti a tutti. Scusaci la franchezza sai, non ci conosciamo e non ci dovremmo permettere; ma, se la relazione nel complesso NON era tossica, lo erano certi atteggiamenti. “non hai mai fatto un sacrificio per me”, questo è convinto che la tua devozione verso di lui, gli sia dovuta. Che tu debba annullare i tuoi desideri in favore dei suoi, sempre e comunque.
    Nossignori, questo è approfittare della propria condizione, per tenere qualcuno legato a sé.
    E per essere davvero franchi: cosa pensava di trovare, su Tinder? Crede forse che con quel tipo di atteggiamenti qualcuno di serio possa avvicinarsi a lui? Una volta che passa la “curiosità” di conoscere la persona con disabilità motoria, qualunque persona, davanti a uno che bestemmia e s’incazza col mondo, gira i tacchi e se ne va. E non certo per la condizione fisica di lui!
    Intollerabili anche gli atteggiamenti di chi vede la cosa dall’esterno: “ma hai idea poveretto nelle sue condizioni ha ben diritto di bestemmiare e prendersela col mondo”… Certo. Ma siccome noi persone con una qualunque condizione permanente NON siamo tutti così, vuol dire che molto dipende dal carattere, più che da malattie/disabilità. E soprattutto, se sei uno che usa la disabilità come pretesto per incazzarsi col mondo, tu hai ben diritto di agire così ma gli altri hanno altrettanto il diritto sacrosanto di scansarti.
    Combatti, a testa alta, adesso sei libera di pensare a te. Non lasciarti troppo condizionare, perché non c’è nulla di meglio della libertà. Difendila a ogni costo, ricorda che l’amore è un insieme di desideri e condivisione dove nessuno prevale sull’altro.
    Abbraccione. Elettrona e Gifter

    1. Molti amici mi hanno detto, dopo aver letto questo articolo, che c’erano atteggiamenti tossici, qualcuno ha anche detto che tutta la relazione lo fosse stata.
      Ho sentito dalla bocca di un caro amico dire che la relazione tra me e Mario è finita quando si è ammalato ed ha deciso di “uccidersi dentro”.
      E forse è vero, forse no, forse è finita dopo qualche altro mese…forse…

      Basta con i forse, mi tengo i ricordi belli, me lo devo per il mio bene e perchè il mio cuore non accetta di rinnegarli.
      Sto bene cosi, ora.
      Altro che la Ferragni con “Pensati libera”, io adesso Sono Libera.

      Grazie ancora raga, siete meravigliosi 🖤🙏

      1. Adesso ti rispondo a livello personale. Sono Gifter – se Elettrona (la collega) vuole poi “si pensi libera” di aprire jetpack e risponderti anche lei!
        Tieniti cari i ricordi belli perché niente e nessuno te li porterà via, purtroppo a volte gli amici e conoscenti vedono le storie dall’esterno e cercano di metter lingua su cose che in realtà sa solo la coppia.
        Non ti rimproverare per la tua scelta, sai adesso io e la collega stiamo scrivendo un articolo sul ns blog a proposito dell'”abilismo” e ci siamo permessi di citarti quando dici “sì, sono stata la stronza che ha lasciato un ragazzo su sedia a rotelle”… Ecco, quel tipo di giudizi altrui nei tuoi confronti è abilismo. Non permettere che ti giudichino gli altri e non giudicare negativamente te stessa.
        Un altro abbraccione.

      2. Sto andando proprio adesso a leggere il suddetto articolo!
        Devo ringraziarvi; per avermi citata e per essere entrati nel Posto per la mia Testa.
        Il blog è arricchito dalla vostra presenza nei commenti 💝

      3. amiamo fare networking ma bisogna farlo con coscienza a noi non importa avere click e link per il gusto di essere virali -doppio senso volutissimo-. Si fa, se si ha qualcosa da dire se no niente.

  3. Vale, ti sei comportata da persona matura e delicata ed io, personalmente, sono fiera di te, nonostante tu non abbia ricevuto un buon trattamento dall’altra parte; quindi vale doppio. Adesso è normale che anche tu abbia dei momenti di sconforto, ma riuscirai a venirne fuori.
    In bocca al lupo per la tua nuova vita 🤞

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