Oggi vi parlo di una ”tecnica” di scrittura terapeutica che ho scoperto grazie al mio libro di Scienze Umane 😊
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Scrittura Autobiografica
Una lettera a Sylvia
Cara Sylvia, Estate 1962
Ti scrivo perchè preoccupata per te.
Nella tua ultima riflessione mi hai scritto «…quanto siamo scemi ad amare davvero. Senza imbrogliare. Senza doppi giochi. È terribile voler andarsene e non voler andare da nessuna parte…» mi hai fatto scendere delle lacrime alquanto amare e rabbiose.
Avevo compreso già tutto da queste parole.
Non volevo crederci però,al fatto che,tu avessi potuto vedere il tuo sogno frantumato.
La leggenda del Crotalo e della Murena
Qualche mese fa come vi avevo detto ho partecipato ad un Premio Letterario.
Incoraggiati dallo psicologo del centro diurno io e alcuni mei compagni abbiamo scritto qualcosa per partecipare a questo Premio.
Per me è stato molto importante partecipare,perchè semplicemente decidendo di farlo,di impegnarmi a scrivere qualcosa che avrebbero letto e giudicato degli estranei,mi sono data una spinta oltre i miei soliti limiti.
Ho paura degli estranei,dei loro giudizi.
Ventimila leghe sotto i mari
Chi racconterebbe mai la sua storia ben consapevole che non ha un lieto fine?
Io no,non lo farei. Eppure lo faccio. Ma è diverso.
Chi vorrebbe mai dover scrivere alla fine delle sue vicende “Ma non ho ancora risolto i miei problemi,sono ancora un casino vivente” (?)
Io non vorrei,non lo farei mai.