Pubblicato in: Miscellanea

Veleno

Ogni uomo che amo sotto le mie mani lo vedo lentamente morire.
È come se il mio amore mettesse gocce di veleno.
È come se più li amo più quelli si decompongono e mi si distruggono davanti.
È come se io volessi fare il bene ma mi si ritorcesse tutto contro.
Goccia dopo goccia si avvelenano i loro corpi e le loro menti, e mi ritrovo ad amare una persona diversa da quella che avevo scelto.
Come se il loro declino fosse segnato per l’ora in cui incontrano Valentina.
La fine della loro esistenza.
Io.
L’amore.
Io.
È vero allora che l’amore fa male?


Prima l’ho visto con Frank.
L’ho sempre sommessamente amato.
Lui amava me, ero il centro del suo piccolo universo e ne sentivo la responsabilità.
Ma come iniziai a cadere io in depressione così vidi lui sotto i miei occhi cadere nella crisi più profonda di tutti quelli anni che avevamo vissuto assieme.
Eravamo due ragazzini, eppure lui mi sembra l’unico per me ed io l’unica per lui.
Eravamo ragazzini, si, ma avevamo condiviso la maggior parte dei grandi dolori dell’infanzia l’uno dell’altra.
Non credo ci saremmo mai potuti dividere diversamente.
Forse ho peccato di ingenuità.
Forse sono stata troppo speranzosa, sarà stata colpa della giovane età.
Però pensavo che dopo che ci aveva già provato un paio di anni prima e aveva avuto conseguenze pesanti non l’avrebbe mai più tentato.
Invece il veleno che scendeva goccia dopo goccia insieme a quello che credevo essere amore che gli donavo ogni giorno della mia vita…l’ha portato a non vedere più vie d’uscita per entrambi se non la sua uscita di scena da questo crudele mondo.
Ed il veleno ha distrutto il primo grande amore della mia vita.


Poi è arrivato il tedesco, siciliano, criceto, altro Francesco, colui che non deve essere nominato.
Credo di essermi innamorata di lui perché il mio debole cuore l’ha visto come un segno del destino che Frank mi aveva donato.
Lui pure, era pieno di problemi come me.
E io lo amavo.
Ma lui non amava me.
Lui è stato sempre sincero, fino a farsi odiare, ma lo è stato.
Il suo pensare di essere troppo malato per poter amare l’ha salvato dal mio veleno credo.
Forse nella sua malattia c’è l’incapacità di amare, e non me ne stupirei dato il passato che ha alle spalle.
È stato paziente e forte, mi è stato accanto in momenti orrendi, ma il veleno ha trafitto me.


Poi è arrivato Mario.
Il grande e saggio punk che ho sempre visto come un eroe della mia adolescenza, come uno dei tanti chitarristi che adoravo.
Con la differenza che lui era lì per me, non suonava in una rock band, e un giorno mi ha detto che mi amava.
Io, quando me lo disse, ero già abbastanza cotta per lui, ma mai avrei pensato di poter avere un ragazzo così figo al mio fianco.
Lui mi ha aiutata a rivalutare il modo con cui guardo il mondo.
Il modo in cui guardo me stessa.
E poi il mio amore ha iniziato a gocciolare veleno anche in lui.
Questa volta si è riversato sul suo corpo prima.
Si è deperito, ha perso le capacità motorie, e solo alla fine gli hanno diagnosticato la Sclerosi multipla.
Mario ha iniziato ad odiare il mondo e bruciare i pochi neuroni che gli erano rimasti a suon di odio e impossibilità di accettare quello che gli era capitato.
Quattro anni, tante gocce di veleno sono scese su di lui mentre io cercavo di amarlo e proteggerlo da se stesso.
Alla fine l’odio ha consumato lui e il mio amore si è suicidato.


Mentre ero in lutto è arrivato l’Angelo maledetto.
Arrivato è dir troppo.
Lui già c’era.
Lui era una persona che odiavo perché non volevo ammettere a me stessa di desiderare quanto facessi in realtà.
Come un angelo custode mi si è accostato al fianco durante questi miei lunghi mesi di sofferenza.
E finalmente libera ho accettato che in realtà io non l’avessi mai odiato.
Ma che in realtà lo amassi.
Il Maledetto Angelo non mi ha cacciata perché mi vuole bene.
È così che insieme al mio amore sommesso ho iniziato a vedere scendere su di lui le gocce del mio letale veleno.
Nel giro di un anno da quando lo amo apertamente egli è caduto in una nuova profonda fase depressiva, ha riscoperto l’ansia sociale e non esce di casa.
Insomma, sto distruggendo anche lui.
E me ne sono resa conto solo questa notte.
Pensando a quanto ho profondamente amato Frank e pianto al suo funerale, a quanto ancora piango perché il mio Mario non c’è più.
Non posso pensare di essere la fine anche di lui.
Non voglio essere la fine anche sua.
Mai avrei voluto fare scendere veleno insieme a questo cazzo di amore che provo nei suoi confronti.
Forse avrei fatto meglio a continuare ad odiarlo.
E forse di tutti gli uomini lui è il più simile a me che io abbia mai amato.
Nei gusti, negli interessi, nei valori, negli amori e nella libertà.
Nel corpo che non ha bisogno di troppe moine e parole per amarsi.
Mai amerò qualcuno come amavo quel bambino con cui sognavo di crescere.
Mai amerò qualcuno come amavo quel punk con cui sognavo di arredare una casa.
Ma mai amerò una persona a me compatibile ed io a lei, così com’è questo maledetto Angelo.
E questa volta vorrei rompere io il giuoco del mio veleno.
Perché lo amo così tanto che voglio solo egli sia felice.


Ho capito che è inutile io mi incaponisca nel voler essere la felicità e la salvezza della persona che amo.
Devo fare i conti con la realtà.
Le statistiche dicono l’esatto opposto.
Se una normale coppia innamorata si professa salvezza eterna per l’altro, io sono il demonio del normale amore.
Ogni mio amore porta la sentenza di sofferenza e morte.
Veleno.
Lento.
Che scende.
E corrode tutto quello che trova di vivo.
Una persona in questa storia è giunta alla più saggia conclusione possibile prima di me.
Ed ora sto cercando di accettare anch’io che debba finire così.
Non amare.
Molto semplicemente.
Accoppiarmi a qualcuno che non amo, per mera convenienza e sperando che col tempo subentri almeno l’affetto da parte mia.
Avere protezione, amore, affetto, qualcuno che tiene a me, senza che io possa in alcun modo distruggere con il mio amore che gocciola veleno questa povera persona.

Autore:

Blogger e studentessa. Iper appassionata di millemila cose. Donna dall'umore super instabile. 🧠Attivista per la salute mentale 💪Femminista intersezionale 🎨INTJ

3 pensieri riguardo “Veleno

  1. L’amore è un argomento colplesso per tutti e non è vero che è da considerarsi salvezza nelle coppie normali: nelle rarità lo è. Ma tu non devi ritenerti responsabile dei dolori altrui, perché ognuno di noi reagisce a ciò che vive in maniera propria. Oggi penso sia meglio che ti concentri solo su te stessa, nel trovare un tuo centro, senza rimuginare sul passato, e poi, magari, aprirti alla possibilità di vivere una relazione sana, che faccia stare bene te ed anche l’altra persona.

    1. Che l’amore sia fonte di salvezza ho sempre pensato fosse una favoletta un pò tossica, e più passano gli anni più capisco che ci si può salvare da soli e poi condividere la gioia con gli altri, con l’altro.

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