Pubblicato in: 2019, Vita

Il cattivo addormentato

A me piace leggere sui balconi.
Quella mattina soprattutto,stare seduta sul pavimento freddo del balcone a leggere e ascoltare la musica mi faceva sentire ancora libera.
Ancora viva.
L’aria fresca dai boschi mi sferzava addosso,lasciando che i ricordi terrificanti della notte appena passata scivolassero via.

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Questa mattina la città sembrava diversa.
Avvolta da un sensibile velo di mutismo e tristezza.
Pronta ad accogliere la cupola.

Ho sempre immaginato che la mia città avrebbe condiviso il suo destino con quello della città di The Dome di Stephen King.
Tutti forzati in pochi chilometri cubi, a convivere assieme e con la maledizione che la fabbrica ci ha imposto; l’oblio.
Se non parlano di noi per l’Ilva (ovvero,la nuova ArcelorMittal) allora parlano di noi per il caso dell’omicidio Scazzi.
Sotto questo fango,siamo dimenticati,e dimentichi noi stessi di chi siamo e perche lo siamo.

This is Sparta,il motto di tutti i ragazzini di qui.
Io lo sento oggi piu che mai nel mio cuore,sento le mie radici vicine,sotto la pelle.
E sento di condividere a pieno il destino della mia città; l’oblio.
Dimenticherò me e il resto,e quello stesso resto dimenticherà me.

A volte,volte come questa mattina,ho paura che sia giunta l’ora.
Ed io ancora non sono pronta. Ti prego.
Arriva l’ora dell’oblio totale,la mia città fuori dal mondo ed io reclusa in un piccolo pezzo di esso,il mio,la mia testa.
Si,tutto allo stesso istante accadrà.
Milano dimenticherà l’esistenza di Taranto,ed io dimenticherò l’esistenza di Taranto pur essendoci reclusa dentro.
Per ora,non è accaduto.

Le porte della città non sono state mai cosi aperte come ora per me.

Nella cupola